Casa Del Conte Verde
8 Via Fratelli Piol Rivoli
La Casa Conte Verde si trova nella parte più antica del centro storico di Rivoli e si affaccia sul tratto più stretto di via Piol, l'arteria principale e più animata del paese. La facciata si eleva su tre livelli, sottolineati da due cornici orizzontali che abbracciano l'intero prospetto.
La Casa del Conte Verde, un edificio storico adibito a centro polifunzionale, può oggi ospitare diversi eventi, come mostre, conferenze, vernissage e altro. La Casa del Conte Verde è composta da spazi espositivi, sala conferenze e bookshop.
Amedeo VI di Savoia: il grande Conte Verde
Amedeo VI fu conte della dinastia dei Savoia e conte di Aosta e Moresco tra il 1343 e il 1383. Fu uno dei padri del grande regno sabaudo e dimostrò il suo valore in battaglia.
Nacque a Chambéry nel 1334 da Aimone di Savoia detto Aimone il Pacifico e da Violante Paleologa. Amedeo VI visse un'infanzia complicata, essendo orfano di entrambi i genitori all'età di nove anni. La madre Violante morì nel 1342 per complicazioni durante il parto, mentre il padre Aimone morì nel 1343. Entrambi furono sepolti nell'Abbazia di Altacomba.
Amedeo succedette al padre in giovanissima età e ricevette l'appoggio dei cugini Luigi II di Vaud e Amedeo III di Genevra, che governarono la contea fino alla sua maggiore età.
Fin da giovane si distinse per la sua abilità con la spada e la sua tenacia. Partecipò a numerosi tornei e in questa occasione gli fu dato il soprannome di "Conte Verde".
Amedeo VI, infatti, era solito vestire di verde e anche i suoi stendardi erano sempre verdi. Per questo motivo le folle che lo acclamavano nei tornei gli diedero questo appellativo. La fama del "Conte Verde" crebbe anche dopo la sua ascesa al trono, tanto che Amedeo VI continuò a vestire di verde.
A lui si deve la prosperità di Casa Savoia in epoca medievale e la creazione della più alta onorificenza sabauda: l'Ordine Supremo della Santissima Annunziata.
Amedeo VI si distinse per le imprese militari e per l'abile politica estera. Nel 1355 firmò con Giovanni il Buono, re di Francia, il Trattato di Parigi. In uno scambio di territori che avvantaggiò Casa Savoia, sviluppò gradualmente quella che fu poi chiamata Contea di Piemonte.
Guerriero accorto e abile governante, Amedeo VI di Savoia non si limitò alla crescita interna della sua regione. Infatti, la sua fama si estese oltre i confini del Piemonte.
Tra il 1358 e il 1372 partecipò a una crociata a sostegno del cugino Giovanni V Paleologo contro i Turchi e i Bulgari nelle Guerre d'Oriente. Amedeo VI salvò così il futuro imperatore bizantino dalla prigionia, sbaragliando le truppe dello za bulgaro Ivan Alessandro di Bulgaria.
Inoltre, il conte Green sostenne Roberto di Ginevra, futuro Clemente VII, durante lo Scisma d'Occidente iniziato nel 1378.
Amedeo VI, tuttavia, è ricordato non solo per le sue capacità di abile guerriero, ma anche per la sua saggezza. Arbitro imparziale, intervenne durante la Guerra di Chioggia che contrappose la Repubblica di Genova e la Repubblica di Venezia. Lo scontro, avvenuto tra il 1378 e il 1381, si concluse con la Pace di Torino del 1381 grazie all'intervento del conte di Savoia.
Intervenuto poi a sostegno del re di Napoli, Luigi II d'Angiò, Amedeo VI fu colpito dalla peste a Santo Stefano di Campobasso. Morì il 1° marzo 1383 a San Giovanni in Galdo. Il Conte Verde fu sepolto nel Mausoleo dei Savoia dell'Abbazia di Altacomba.
Un altro grande merito attribuito ad Amedeo VI di Savoia fu la creazione del FERT, il motto sabaudo. FERT fece la sua comparsa nel 1364. Dopo aver fondato l'Ordine del Collare, un ordine cavalleresco, creato in occasione di un torneo, Amedeo VI fece indossare a tutti i membri un collare con la scritta FERT.
Una delle interpretazioni più note ci dice che le iniziali FERT stavano per FORTITUFO EIUS RHODUM TENUIT, che tradotto dal latino porta le seguenti parole: La sua forza preservò Rodi. Questa interpretazione, tuttavia, è legata alla leggenda, in quanto non esistono riferimenti storiografici che accertino il passaggio dei Savoia a Rodi.
Un'altra interpretazione, invece, traduce l'abbreviazione FERT come FORTITUDO ET ROBUR TAURINENSIS, ovvero: la forza e la robustezza di Torino.
Naturalmente non c'è certezza sul significato di FERT, che potrebbe anche significare semplicemente Fortezza o Resistenza, ma sappiamo che da quel momento in poi sarebbe stato il motto di Casa Savoia.
L'Ordine del Collare creato da Amedeo VI fu poi sostituito da Carlo II di Savoia nel 1518 che ne cambiò il nome in Ordine della Santissima Annunziata.
Non tutti conoscono il motivo per cui la nostra nazionale di calcio gioca in azzurro e si chiama per questo motivo: gli Azzurri. La causa va ricercata proprio nel 1300. Infatti, Amedeo VI partito in appoggio al cugino e futuro imperatore bizantino Giovanni V Paleologo fece issare una bandiera azzurra sulla galea che navigava verso l'Oriente.
Non c'è certezza che sia stato il primo a utilizzare il colore blu accanto allo stendardo rosso e bianco dei Savoia, ma da quel momento sarà sempre presente nella storia sabauda.
Da quel momento, infatti, nascerà questo accostamento tra lo stemma sabaudo e il blu, che sarà portato avanti fino alla nascita del Regno d'Italia.
L'azzurro Savoia diventa, così, il colore nazionale italiano anche con la nascita della Repubblica Italiana nel 1946.
Infatti, ancora oggi nel gonfalone presidenziale troviamo un bordo blu Savoia che incornicia lo stemma del Presidente della Repubblica.
Una statua di Amedeo VI di Savoia troneggia davanti a Palazzo Civico, sede della Città di Torino. Fu commissionata da Casa Savoia nel 1848 a Pelagio Pelagio per commemorare la vittoriosa battaglia contro i Turchi del Conte Verde. Fu inaugurato, solo, nel 1853 dal futuro re d'Italia Vittorio Emanuele II.